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Una lettera dal Cile
Abolita la pena di morte.
Il processo Pinochet verso l'annullamento.

Caro Arengario,

parliamo per prima cosa della pena di morte. Di fatto in Cile la pena non si applica da tempo [dal 1985, ndr]. Tutti i presidenti eletti nell'attuale periodo di "transizione verso la democrazia" (così la definisce lo stesso governo cileno) hanno sempre dichiarato che erano personalmente contrari alla pena di morte e che avrebbero deciso caso per caso, secondo coscienza, se utilizzare o meno il cosiddetto "indulto presidencial" (cioè la grazia) nel caso i tribunali avessero condannato a morte qualcuno. Ad ogni modo è di pubblico dominio in Cile il fatto che esisteva un accordo implicito, fra i partiti che compongono la coalizione che governa il paese dal 1991, secondo il quale la pena di morte non avrebbe dovuto essere applicata.
E di fatto così è stato nei due o tre casi che si sono presentati dal 1991 ad oggi. Tanto Aylwin (1991-1993) come Frei (1994-1999) hanno concesso la grazia, trasformando la condanna a morte in ergastolo. L'attuale presidente Lagos non ha neppure avuto l'occasione di doverlo fare.
Recentemente, tanto il Parlamento come il Tribunale costituzionale hanno approvato l'abolizione della pena di morte e la legge è entrata in vigore da pochi giorni. La pena di morte continua ad esistere nel codice militare, come del resto anche in Italia.
Indubbiamente si tratta di una decisione importante anche se di fatto è stato un atto solo formale.

Pinochet

Pinochet

Quello che invece è successo ieri (29.5.2001) è che il fiscal (il pubblico ministero) della Corte di appello di Santiago, Raúl Rocha, ha proposto l'annullamento definitivo del processo a Pinochet per motivi di salute dell'imputato, in quanto Pinochet è "poco consapevole" e non può ricordare fatti così lontani nel tempo. Si tratta di un parere non vincolante per il tribunale che in questi giorni dovrebbe prendere la decisione se continuare con il processo o annullarlo definitivamente; comunque è la relazione ufficiale di un magistrato e quindi un atto giuridico che potrebbe condurre alla dichiarazione di non processabilità per Pinochet.
Quello che è grave è che il fiscal ha accolto, nella sua relazione, praticamente tutti gli argomenti della difesa di Pinochet. Secondo me si sta quindi preparando la strada per dichiarare non processabile Pinochet e mettere fine a questa situazione nella quale tutti i poteri dello Stato sembrano aver già deciso quale debba essere il risultato finale.

Fra l'altro si è saputo oggi (30.5.2001) che il fiscal Raúl Rocha è professore dell'Universidad del Desarrollo nella facoltà nella quale è preside Pablo Rodriguez, avvocato di Pinochet nella causa in corso; inoltre il figlio di Rocha lavora come avvocato per l'ufficio legale delle forze armate che è intervenuto in varie occasioni nella difesa di Pinochet. Dato che Rocha non ha informato previamente la Corte di Appello (come teoricamente avrebbe dovuto fare) quantomeno del primo fatto (cioè della sua relazione di dipendenza lavorativa dall'avvocato di Pinochet), gli avvocati delle famiglie delle vittime della repressione stanno pensando di chiedere l'annullamento della relazione presentata dal fiscal in quanto vi sarebbe una evidente incompatibilità nel caso specifico del processo a Pinochet. Personalmente dubito che la richiesta sarà accolta.

Giovanni Stumpo


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30 maggio 2001